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Credits

Modello 3D: Francesco Gabellone, IBAM-CNR, Lecce

Sistema visualizzazione 3D: Visual Computing Lab, ISTI-CNR, Pisa

Lavoro svolto nell'ambito del progetto PON-DICET

Il Fregio Figurato


Il fregio figurato è composto da due lastre approssimativamente della medesima lunghezza ed è delimitato, sul margine superiore, da una cornice aggettante (di ca. 10 cm) formata da una gola rovesciata, una fila di ovoli, una gola diritta ed un listello.
Il rilievo raffigura un combattimento tra guerrieri a piedi e a cavallo. In particolare, rappresenta sei duelli che seguono tre schemi fissi (2 guerrieri a piedi, 1 fante e 1 cavaliere) e due scontri a tre, con un cavaliere in ognuno di essi. La battaglia è rappresentata tramite la ripetizione di due schemi iconografici: (a) il cavaliere in atto di colpire un guerriero in ginocchio, che ricorre tre volte; e (b) il fante che colpisce un caduto, che ricorre quattro volte.



Il Fregio Floreale


Il fregio floreale, incassato nella parete opposta del dròmos, è costituito da tre lastre e presenta una cornice uguale a quella del fregio figurato. La lastra centrale raffigura un volto femminile, che emerge da un cespo d’acanto a sette foglie, con polos (ossia un copricapo di diverse forme tipico delle divinità del Vicino Oriente e dell’Anatolia), capelli divisi sulla fronte in due bande e orecchini a bottone.
Dal cespo nascono anche due steli a sezione circolare che si snodano ai suoi lati occupando tutta la lunghezza del fregio. Ognuno di essi forma sette curve, che si alternano dall’alto verso il basso, ed è arricchito da nodi di foglie d’acanto da cui nascono steli minori e da grossi fiori, che riempiono gli spazi delle curve. La scena è popolata da piccoli Eroti apteri che danno la caccia a uccellini e cavallette.



I Capitelli


I capitelli compositi, posti a coronamento delle paraste d’ingresso alle tre celle, completano la straordinaria decorazione scultorea dell’ipogeo. In particolare, i due capitelli della cella B presentano sull’echino una corona di palmette che sostengono le volute ioniche nascenti dall’abaco e, mentre nel capitello alla nostra destra, dal cespo si erge un busto femminile, in quello a sinistra, si osserva un’aquila ad ali spiegate, raffigurata frontalmente.

I Soffitti


Il vestibolo (A) e le tre celle (B, C, D) sono coperte da un soffitto costituito da sette file di lastroni di carparo, una roccia calcarea. Diversamente il dròmos è coperto da una volta a botte moderna che, in corrispondenza dell’ingresso al vestibolo, poggia su un grosso architrave di pietra, a sua volta gravante su un secondo architrave con sagoma corrispondente alla cornice superiore dei fregi scultorei, che corrono lungo le pareti del dròmos a partire dal primo gradino antico della scala.
Un arco in blocchi di pietra disposti a secco inquadra l’ingresso del vestibolo; sull'arco, come sulle pareti del dròmos, restano tracce di un intonaco rosso, che si sovrappone a una precedente stesura di calce e tufina (un calcare bianco a granulometria molto fine frequentemente usato nel salento antico).

Ingressi alle Celle


Gli ingressi alle celle presentano un profilo dorico e sono fiancheggiati da paraste a sezione rettangolare sormontate da capitelli figurati scolpiti nella roccia, sui quali poggia un architrave riportato con cornice sagomata. Nella parete centrale all’interno di ciascuna cella risalta un foro prismatico a base rettangolare; entro uno di questi fori è stato rinvenuto un elemento di ferro interpretato come pertinente al sistema di chiusura delle porte, purtroppo non conservate.
I capitelli delle celle C e D sono uguali a quelli della cella B per quel che riguarda le palmette e le volute, mentre l’ornamento è costituito da un fiore a sei petali con una piccola testa femminile al centro.

Decorazione Pittorica


Le tre celle conservano ancora le tracce di una decorazione pittorica bipartita in due zone: uno zoccolo di colore scuro, delimitato da una doppia fascia di colore rosso, e una decorazione a due file di riquadri incisi nell’intonaco e dipinti di rosso.

Ricostruzione grafica della decorazione pittorica
delle pareti delle celle
di G. L’Arab (MEFRA, 2 (1991) 488).