Consiglio Nazionale delle Ricerche
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00185 Roma
Lo sviluppo esponenziale delle nuove tecnologie e il loro impatto sul lavoro quotidiano dell'archeologo sul campo impongono una riflessione metodologica attenta sul reale oggetto della conoscenza archeologica. Ciò vale particolarmente nel caso delle indagini programmate, in cui la documentazione "oggettiva" delle forme della stratificazione non costituisce necessariamente un obiettivo prioritario, come invece può accadere nell'archeologia preventiva o di emergenza. Registrare con accuratezza le forme è un passaggio necessario, ma costituisce solo una delle premesse per la costruzione di una documentazione dinamica di un processo conoscitivo complesso come quello dello scavo archeologico.
La documentazione grafica tradizionale, tridimensionale e digitale, quale strumento di conoscenza in campo archeologico museale: il percorso di questa 'materia' può apparire facile e scontato, ma non lo è affatto. L'analisi complessa di monumenti e materiali archeologici, a nostro avviso, deve tuttoggi partire dall'osservazione e dal rilevamento diretto, ma naturalmente avvalendosi delle nuove tecnologie, a seconda dei casi, per accelerare e migliorare la resa del prodotto tradizionale. L'elaborazione del rilievo digitale permette da un lato di migliorare la conoscenza dei manufatti, dall'altro di progettare prodotti di comunicazione a vari livelli diretti al pubblico/utente museale. In altre parole, tecniche miste di rilievo e documentazione consentono di tradurre dati scientifici complessi in sistemi di comunicazione che semplificano la conoscenza, senza banalizzarne i contenuti. Gli obiettivi sono la restituzione architettonica e scultorea, i modelli navigabili, le ricostruzioni di ambienti e paesaggi, partendo da contenuti altamente specialistici per arrivare ad una loro diffusione divulgativa ed accessibile. Questi passaggi sono esemplificati nel sistema di comunicazione integrato del Museo dei Fori nei Mercati di Traiano, dove sono stati realizzati prodotti multimediali e supporti didascalici che utilizzano la documentazione grafica tradizionale e digitale, permettendo una forma di narrazione per immagini fisse e in movimento.
I Musei Capitolini custodiscono dalla metà del '700 i circa 1300 frammenti della "Forma Urbis", la grande pianta marmorea che riproduce la Roma del III secolo d.C. Fissata sulla parete di un'aula del Templum Pacis, ancora oggi visibile su via dei Fori Imperiali, nei secoli successivi subì un lento degrado dovuto a spoliazioni, incendi e crolli; la maggior parte dei frammenti superstiti fu messa in luce intorno alla metà del '500, ma ancora oggi altri pezzi continuano ad apparire negli scavi dell'area. Da sempre le incisioni della pianta marmorea costituiscono un fondamentale punto di riferimento per la ricostruzione della topografia di Roma antica. La difficoltà principale nella ricomposizione di questo gigantesco puzzle à costituita dalla frammentarietà dei resti conservati (circa 1/10 dell'intero) e dalla scarsa maneggevolezza delle pesanti lastre. Dal 1997 la Sovraintendenza Comunale in collaborazione con l'Università di Stanford - Computer Graphics Laboratory ha intrapreso un progetto di acquisizione laser scanning dei frammenti e di elaborazione di modelli digitali 3D. Contemporaneamente è stata eseguita la fotogrammetria della parete che conserva ancora le tracce dei fori per il fissaggio delle lastre. Si presenta il progetto, in fase di attuazione, del rimontaggio virtuale delle lastre sulla parete con il collegamento ad un data-base dedicato.
Le catacombe romane sono monumenti di difficile gestione, per la loro vasta estensione sotterranea e struttura, essendo costituite da labirinti di gallerie sovrapposti su vari piani. L'elaborazione di un nuovo rilievo digitale della più grande catacomba di Roma è l'obiettivo di un progetto di ricerca e documentazione dell'Accademia delle Scienze/Vienna, attivato nel 2006 insieme con l'Università Tecnica di Vienna. Il progetto adotta tecnologia di scansione laser tridimensionale al fine di creare, come primo scopo, un modello tridimensionale di tutta la catacomba. Inoltre è stata sperimentata e validata una nuova tecnologia, ritenuta più adatta alla documentazione degli spazi con pittura sepolcrale, che permette di generare modelli tridimensionali con superficie in alta qualità a partire da semplici fotografie digitali. Il processo di elaborazione di questi modelli è, per la prima volta, in gran parte automatizzato. L'intervento confronta le richieste specifiche da parte degli archeologi e le loro corrispondenze da parte del settore Laser scanner e fotogrammetria nel nuovo sistema di documentazione.
Gli strumenti più utilizzati per generare accurate rappresentazioni digitali di artifatti esistenti si basano su tecnologie di scansione 3D attive, che utilizzano sorgenti di luce (laser, proiettori, etc) per illuminare in maniera attiva e controllata il soggetto sotto acquisizione. Questa classe di tecnologie, nelle sue due principali incarnazioni di digitalizzazione 3D, strumenti basati su triangolazione e sulla misurazione del tempo di volo rappresenta lo strumento più diffuso ed è in grado di fornire risultati eccellenti sulla piccola e grande scale. Pregi e difetti di queste tecnologie saranno discusse nell'ambito di questo intervento con particolare rilievo al settore applicativo del rilievo archeologico; in particolare, si presenteranno le innovazioni tecnologiche che caratterizzano i più recenti strumenti di scansione 3D. Ma il campionamento digitale è solo una prima fase del processo che ci porta alla produzione di un modello digitale 3D completo a partire dai dati di scansione. L'intervento toccherà anche i temi legati all'elaborazione software dei dati, presentando le recenti metodologie di lavoro e mostrando come il processo sia divenuto molto più semplice e veloce di quanto fosse fino a solo pochi anni fa.
I recenti sviluppi nel settore della Computer Vision insieme agli avanzamenti fatti nel campo della ricostruzione di superfici stanno facendo emergere una nuova classe di strumenti per la ricostruzione accurata di superfici che opera solamente utilizzando informazione puramente fotografica. Queste tecnologie (dette anche di "scansione passiva", in quanto non necessitano nessuna sorgente controllata di illuminazione), e che possono essere viste come un' evoluzione delle tecnologie fotogrammetriche, si basanp principalmente sull'individuazione automatica di feature/punti particolari comuni tra le varie immagini; a partire da tali punti omologhi (stereo-coppie) è possibile ricostruire modelli 3D fedeli nei casi in cui le immagini di partenza siano ricche di dettagli e particolari. Questo genere di approcci, sebbene ancora migliorabili, offre numerosi vantaggi rispetto alle tecnologie tradizionali, specialmente in termini di costi della strumentazione necessaria e di facilità dell'uso degli strumenti. Nell'ambito di questo intervento saranno discussi pregi e difetti di queste tecnologie con particolare rilievo al settore del rilievo archeologico.
L'IBAM-CNR ha, da diversi anni, attivato un'attività di ricerca finalizzata alla conoscenza, valorizzazione e fruizione dei complessi monumentali dell'Italia centro-meridionale e del Vicino Oriente, dall'età classica fino a quella contemporanea, raccogliendo dati preziosi sul loro stato di conservazione, sulle caratteristiche mineralogico-petrografiche dei materiali costituenti e contemporaneamente offrendo sistemi di Computer Vision per la diffusione e fruizione dei dati risultati. L'intervento vuole illustrare le esperienze maturate nello sviluppo di piattaforme per la fruizione a distanza dei Beni Culturali, nella definizione di metodologie Low-Cost per il rilievo e la documentazione dei beni mobili ed immobili, ma soprattutto i risultati conseguiti da una pipeline produttiva orientata alla creazione di applicazioni divulgative (Cultural Heritage Communication) in cui sia prioritario l'uso della Realtà Virtuale come strumento di rara potenza per lo studio e la rappresentazione dei contesti antichi e moderni.
La ricostruzione del paesaggio antico è un'attività estremamente complessa e di grande interesse. Richiede la partecipazione di discipline differenti in un lavoro assolutamente collaborativo. Il grado di affidibilità è strettamente legato alla possibilità di gestire le incertezze. Il VHLab del CNR ITABC si occupa di realizzare sistemi di realtà virtuale off-line e on-line dedicati all'esplorazione interattiva in tempo reale di paesaggi archeologici ed antichi, realizzati per rispondere a finalit&argave; di divulgazione, apprendimento e ricerca.