In questo caso studio, il 3D potrebbe trovare una giusta applicazione nella possibilità di riunire in un ambiente virtuale i modelli 3D dei blocchi per uno studio nella loro totalità e tentare così una ricostruzione virtuale del santuario.
La ricostruzione 3D non è invasiva, non necessita lo spostamento dei materiali, ma sopratutto permette nuove soluzioni, nuove interpretazioni e nuovi modelli di anastilosi.
Il 3D diventa un utile strumento per la divulgazione dell'opera sul web e per nuove forme di musealizzazione con la possibilità di visite virtuali mediante realtà aumentata, o con la ricostruzione fisica della cappella utilizzando i modelli in stampa 3D dei pezzi conservati a Khartum.