AMENOFI IIINeb Maat Ra

Blocco in arenaria rosata proveniente dal tempio di Soleb, recante la figura scolpita a bassorilievo del faraone Amenofi III.

Il bassorilievo è entrato a far parte degli oggetti conservati alle Collezioni Egittologiche “Edda Bresciani” nel 1964, quando, assieme ad altri 200 reperti circa, fu donato da Michela Schiff Giorgini all'Università di Pisa.

SOLEB Gli scavi

Dal 1957 al 1976 Michela Schiff Giorgini, con il patrocinio dell'Università di Pisa, ha promosso, sovvenzionato e diretto la prima missione archeologica nella Nubia sudanese. Alcuni dei numerosi reperti ritrovati durante gli scavi furono donati dal Governo del Sudan a Michela come ringraziamento per gli studi condotti. Tra questi vi era il blocco in arenaria con l'effige del faraone Amenofi III al quale il tempio era dedicato.
Il blocco sb166b, che era scolpito su entrambe le facce, venne tagliato a metà. Una metà rimase a Khartum, l'altra metà arrivò a Pisa.
Entrò nelle collezioni egittologiche con il numero di inventario 29.

Il sito di Soleb si trova nell'antica Nubia, tra la seconda e la terza cateratta del Nilo. Qui sorge il grandioso tempio costruito per volere del faraone Amenofi III. A Soleb, infatti, il sovrano fece edificare l’imponente tempio giubilare che dedicò a se stesso divinizzato e al dio Amon.

Le pareti del maestoso complesso templare recano numerosi bassorilievi raffiguranti il sovrano durante la festa giubilare che celebra i suoi 30, 33 e 36 anni di regno.
Il blocco conservato alle collezioni egittologiche apparteneva ad una cappella situata nel cuore del tempio usata per custodire la barca sacra del dio Amon. Questa cappella fu fatta demolire dallo stesso Amenofi III dopo la festa giubilare del suo trentesimo anno di regno e i blocchi vennero utilizzati come basamento per la costruzione di una nuova sala ipostila.
Sul blocco in arenaria è scolpita a bassorilievo l'immagine del faraone Amenofi III rivolto verso una divinità, nell'atto di fare un offerta. Il sovrano indossa la corona “​khepresh” tipica del Nuovo Regno, sormontata dall'ureo.
Di fronte a lui i due cartigli recano scritto il nome personale Amenofi, il nome come sovrano Neb Maat Ra e il segno geroglifico nb. Dietro la testa del re è raffigurato un insegna cultuale con la rappresentazione di una piccola testa del sovrano. Quest'asta doveva essere portata dalla figura del Ka del sovrano (il termine Ka indicava la forza vitale di ciascun individuo).
La decorazione in alcuni punti conserva ancora le tracce dei colori originali.

BLOCCHI di reimpiego

Di questa precedente cappella, si sono conservati ed è stato possibile recuperare solo 14 blocchi, adorni di rilievi e con ancora le tracce dei colori originali. Studiando questi pochi pezzi, basandosi sulle misure e sull'iconografia, è stata ipotizzata una ricostruzione. I blocchi, tranne quello pisano, probabilmente si trovano ora al museo di Khartum.
Il mio studio vuole ipotizzare una ricostruzione dell'iconografia del sovrano, basandomi sui blocchi ritrovati, e su iconografie simili e coeve provenienti da altri siti.

3D Applicazioni

In questo caso studio, il 3D potrebbe trovare una giusta applicazione nella possibilità di riunire in un ambiente virtuale i modelli 3D dei blocchi per uno studio nella loro totalità e tentare così una ricostruzione virtuale del santuario.
La ricostruzione 3D non è invasiva, non necessita lo spostamento dei materiali, ma sopratutto permette nuove soluzioni, nuove interpretazioni e nuovi modelli di anastilosi.
Il 3D diventa un utile strumento per la divulgazione dell'opera sul web e per nuove forme di musealizzazione con la possibilità di visite virtuali mediante realtà aumentata, o con la ricostruzione fisica della cappella utilizzando i modelli in stampa 3D dei pezzi conservati a Khartum.