3D per i Beni Culturali

La tecnologia 3D, nata per altri scopi, è stata ben presto finalizzata alla documentazione del patrimonio culturale. Questa nuova tecnologia ben si adatta ad una vasta gamma di attività: dalla documentazione allo studio, dal restauro alla valorizzazione della cultura materiale. Le tecnologie digitali forniscono nuovi modi per registrare scavi e ripristinare manufatti, per archiviare e per condividere le informazioni. Tutto questo sta trasformando il modo in cui gli operatori dei Beni Culturali (ricercatori, archeologi, curatori) lavorano. Negli ultimi anni la fotogrammetria digitale, più semplice ed economica, ha offerto nuove prospettive sull'uso del 3D.

Eventi come la distruzione del Museo di Mosul, l'incendio al Museo Nazionale del Brasile, l'esperienza del lockdown, solo per citare alcuni casi, hanno reso indispensabile il poter accedere ad archivi digitali.
Gli archivi digitali di modelli 3D, in quanto documentazione dimanufatti e antichità, hanno un compito essenziale nel campo della conservazione del patrimonio culturale. Gli archivi digitali sono durevoli e inalterabili e possono essere usati anche come riferimento per il monitoraggio del degrado e come supporto per il restauro delle opere. Con modelli ad alta risoluzione si possono realizzare copie che permettono lo studio dell'opera. In caso di danneggiamento, le opere d'arte potranno essere restaurate attraverso un confronto con il modello digitalizzato. Una scansione periodica può servire a garantire un controllo sulle possibili alterazionidel bene. Modelli digitali con una risoluzione inferiore possono soddisfare le esigenze di archivio dei musei, documentando i numerosi pezzi.
La fruizione del patrimonio culturale è vincolata dalla disponibilità del manufatto. Talvolta il restauro o lo spostamento per una esposizione impediscono a visitatori e studiosi l'accessibilità alle opere. I modelli digitali non solo riproducono l'oggetto, ma sono in grado di offrire nuove prospettive grazie alla possibilità di interazione mediante pannelli interattivi, mediante la realtà aumentata o semplicemente la possibilità di visualizzare il modello sul proprio smartphone. Il modello 3D può essere stampato e quindi toccato e manipolato, garantendo la fruibilità dell'opera anche alle persone ipovedenti o con disabilità.
Digitalizzare un'opera non significa creare una copia che potrebbe essere percepita come priva dell'aurea che possiede il manufatto originale, bensì utilizzare un nuovo strumento per migliorarne lo studio.

3D Realizzazione

Il modello 3D del bassorilievo di Amenofi III è stato realizzato mediante fotogrammetria.
Sono state realizzate 160 foto, poi elaborate con il software Metashape al fine di ottenere il riconoscimento delle corrispondenze fra le diverse immagini. Lo scopo di questo processo è l'individuazione del maggior numero sovrapposizioni tra 2 o più immagini, calcolando i punti nello spazio da dove sono state scattate le foto. In questo modo il software è in grado di ricostruire nello spazio la geometria rilevata in ciascuna foto e creare una nuvola di punti. Il modello iniziale composto dalla nuvola di punti è stato poi pulito ed elaborato utilizzando il software Meshlab per ottenere un modello finale. Per la pubblicazione del modello sono stati usati i software Nexus e 3DHOP.
L'obiettivo non è produrre una doppia documentazione, bensì di implementare quella già esistente.